In condizioni normali, durante il sonno, la respirazione avviene automaticamente con il libero passaggio dell’aria attraverso il naso, la faringe e la laringe, fino a raggiungere la trachea, i bronchi e i polmoni. Quando le vie aeree sono pervie, il passaggio dell’aria avviene senza ostruzioni e in modo silenzioso (vedi figura a destra). Quando invece nelle vie aeree si creano delle ostruzioni, si possono generare delle vibrazioni dei tessuti molli che producono ilrussamento, oppure, si può raggiungere la completa chiusura delle vie aeree generando delle apnee notturne che si chiamano apnee ostruttive del sonno (vedi figura a sinistra).
Le apnee ostruttive del sonno sono associate a una serie di sintomi causati dal fatto che il sonno risulta disturbato e l’organismo nonriesce a riposare: aumenta la sonnolenza durante il giorno, soprattutto mentre si guarda la televisione o al cinema, ma nei casi più gravi anche durante la guida, si riduce il grado di attenzione e lacapacità di concentrazione.
Sono un grave fattore di rischio per una serie di patologie anche mortali, come l’infarto del miocardio, l’ictus e l’ipertensione arteriosa (pressione alta), e sono responsabili di incidenti stradali causati da colpi di sonno.
Diversi fattori possono essere causa di ostruzione delle vie respiratorie: congestione nasale, ipertrofia dei turbinati o anomalie del setto nasale, ipertrofia delle adenoidi o delle tonsille, una posizione posteriore della mandibola o una mandibola molto piccola, la lingua di grandi dimensioni, un aumento del peso corporeo con notevole aumento della circonferenza del collo. Frequentemente, la parte più posteriore della lingua entra in contatto con la parete posteriore della faringe e con il palato molle creando tale ostruzione, come si vede nella figura a sinistra.
Per la diagnosi di apnea ostruttiva del sonno è necessario un esame che si chiama polisonnografia. Si tratta di una procedura che si esegue durante il sonno e che consiste nel monitorare il paziente misurando l’elettroencefalogramma, gli stadi del sonno, il battito cardiaco, il ritmo e i movimenti respiratori, l’ossigenazione del sangue, eventuali rumori respiratori.Queste variabili consentono di fare una diagnosi di roncopatia, cioè di russamento, quando non sono presenti apnee notturne, ma sono presenti rumori respiratori notturni, oppure di apnea ostruttiva del sonno, quando sono presenti interruzioni della respirazione. Sono disponibili anche degli strumenti più semplificati, che permettono di fare una diagnosi domiciliare.
Le apnee possono essere lievi, moderate, o severe, in base alla loro durata e alla riduzione dell’ossigenazione del sangue. Solitamente, l’aumento della severità delle apnee è proporzionale all’aumento dei sintomi che essa provoca, soprattutto la sonnolenza diurna, e all’aumento dell’incidenza delle patologie ad essa correlate.
Per curare l’apnea ostruttiva del sonno si può intervenire a diversi livelli. Innanzi tutto, si possono adottare alcuni accorgimenti per correggere dei fattori di rischio generici:
Nel caso siano presenti evidenti anomalie di pertinenza otorinolaringoiatrica (ad esempio anomalie del setto nasale, ipertrofia dei turbinati, ipertrofia delle adenoidi o delle tonsille) è senz’altro opportuna una visita dallo specialista per valutare se sia utile intervenire per rimuovere tale ostruzione.
Dopodiché, il trattamento di prima scelta è l’utilizzo durante il sonno di un dispositivo che prende il nome di CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), che consiste in un apparecchio collegato ad una maschera, che deve essere indossata mentre si dorme, e che invia aria con una pressione tale da vincere le resistenze delle vie aeree (vedi figura a destra).Questa terapia ha una percentuale di successo del 100%, ma purtroppo solo il 50% dei pazienti riesce a tollerarla, limitando questo successo solo alla metà dei pazienti.
Una valida alternativa è rappresentata dall’utilizzo di dispositivi odontoiatrici ad avanzamento mandibolare (vedi figura a sinistra).
Si tratta di dispositivi in resina trasparente che si inseriscono sui denti, e hanno la funzione di mantenere la mandibola in avanti durante il sonno.
Come si vede nella figura qui sotto, spostando la mandibola in avanti, si spostano in avanti anche la lingua e i tessuti molli, che in questo modo liberano e aprono nuovamente le vie aeree.
La percentuale di successo di questi dispositivi è di circa il 70%, ma risultano notevolmente più tollerati rispetto al CPAP, per cui sono assolutamente indicati per i pazienti con apnea ostruttiva del sonno lieve o moderata, oppure nei pazienti che non tollerano il CPAP.
Un’altra alternativa è la terapia chirurgica. Esistono vari approcci chirurgici per il trattamento delle apnee ostruttive del sonno, ma la percentuale di successo è bassa, circa il 50%, a fronte di rischi ed effetti collaterali a volte molto importanti.
Le uniche terapie chirurgiche efficaci sembrano essere l’ampliamento rapido del palato e l’avanzamento bimascellare, attraverso le quali si ampliano le vie aeree in senso latero-laterale e antero-posteriore. Sono però interventi invasivi con rischi significativi, per cui le indicazioni devono essere valutate attentamente.